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Finto marmo

Si tratta di una tecnica adatta a superfici piane quali tavoli e pavimenti, ma anche a colonne, pilastri e muri.
E’ una tecnica dall’effetto decisamente importante e dall’esecuzione impegnativa che si presta anche molto bene per la realizzazione di riquadri, bordature e finti intarsi.
In natura esistono molti tipi di marmi di colori e disegni diversi: si passa dal bianco al rosato, dal giallo al grigio, dal verde scuro fino al nero. L’imitazione di ognuna di queste tipologie richiederà quindi tecniche più o meno differenti.
Inoltre, dato che il marmo ha di per sé caratteristiche variabili e non possiede un disegno né una collocazione delle striature ben definita, la sua imitazione risulta abbastanza facile proprio poiché permette un’ ampia libertà di realizzazione. Ad esempio le striature possono seguire una direzione comune, essere addensate in una zona o ancora incrociate tra loro. L’unica regola da seguire veramente è quella di realizzare una distribuzione armonica dei vuoti e dei pieni, senza però creare degli intervalli decorativi regolari e modulari.

Finto marmo su legno

Doratura a foglia della modanatura della cornice

Finto marmo su camino in gesso

prima
dopo

Castello di Levizzano Rangone, Modena

Finto legno

L’imitazione del legno è ritenuta la più impegnativa delle finiture ed è anche quella che vanta la storia più lunga ed articolata. Infatti questo tipo di decorazione veniva praticata già ai tempi degli Egizi e ci sono pervenute tracce di tentativi di imitazione delle venature del legno su ceramiche dell’età del bronzo.
Molto tempo più tardi tale tecnica si sviluppò in Inghilterra fino a raggiungere livelli di perfezione tale che si rese necessario il controllo al tatto per distinguere pannelli dipinti da pannelli di vero legno.
Tale grande diffusione della tecnica di imitazione del legno nacque e si sviluppò senza dubbio sotto la spinta del risparmio economico, in quanto creare una pennellatura su un’oggetto è certamente meno dispendioso di una medesima realizzazione in vero legno.
I tipi di legno sono molteplici e di conseguenza anche le varie tecniche di marezzatura per imitarli sono numerose.
La quercia insieme al pino, al noce, al castagno e al mogano sono certamente le tipologie di legno più facilmente imitabili e che si possono realizzare anche in tonalità non esattamente corrispondenti al vero senza per questo perdere l’effetto decorativo finale.

Particolare delle librerie prima dell’intervento di restauro e della realizzazione del finto legno
Particolare delle librerie a fine intervento
Un particolare dell’essenza lignea riprodotta

Biblioteca comunale “ Arturo Loria”, Carpi, Modena.

Laccatura tradizionale: qualche cenno tra storia e tecnica

Tecnica mediante la quale oggetti in legno o altri materiali vengono ricoperti, a scopo protettivo e decorativo, con una sostanza resinosa, la lacca, che crea uno strato resistente all'umidità e alle alte temperature, si mescola senza difficoltà a pigmenti e coloranti, e costituisce un'efficace barriera contro tarli o altri insetti.La laccatura, metodo di origine cinese poi diffusosi anche in Giappone, prevede l'applicazione di numerosi e sottilissimi strati di lacca.
Ogni strato deve essere lasciato asciugare e lucidato prima di stendere il successivo; è possibile inoltre aggiungere pigmenti per colorare la superficie, oppure tracciare disegni sopra i quali si dovrà applicare un ulteriore strato di lacca. In passato erano diffusi altri metodi ornamentali: le superfici laccate venivano incise oppure vi venivano applicate decorazioni di madreperla, corallo, conchiglie o metalli. Oltre alle tradizionali tecniche cinesi, altri paesi asiatici svilupparono propri sistemi di laccatura: in India si ricorreva al tornio e si sovrapponevano strati di lacche policrome; a Ceylon si incideva a caldo con l'unghia del pollice la superficie da decorare; in Thailandia conobbe invece larga diffusione la lacca dorata, utilizzata per decorare i mobili in teak.
Decorazione a tempera: tra il 1500 ed il 1700 troviamo cornici costituite da zone dorate e zone colorate, con colori tipo il nero, il blu, il finto marmo. Queste decorazioni sono state eseguite a tempera, utilizzando le terre naturali disciolte con colla animale, come la colla di pesce o la colla di coniglio. Per eseguire una decorazione a tempera si utilizzano normalissimi colori a tempera miscelati con colla di coniglio ed acqua, oppure con colori acrilici che riducono i tempi di esecuzione perché si asciugano molto in fretta. Una delle tante applicazioni di tale tecnica prevede la stesura a più mani di bolo ( non necessariamente rosso ) sull’oggetto preventivamente gessato. Tale bolo viene poi lucidato con pietra d’agata e successivamente ripassato con diverse mani di colore contente sempre bolo. Quando la lacca si è asciugata, si lucida con pietra d’agata e si fissa con cera d’api.
 Lacca veneziana:  l’intagliatore consegnava il mobile in legno di cirmolo,accuratamente levigato e stuccato dal decoratore successivamente si disegnava e si dipingeva la decorazione, dopo aver steso il colore di fondo. Per i mobili meno costosi, era molto diffusa la tecnica tipicamente veneziana a lacca povera, consistente nell’incollare, sulla superficie del mobile, soggetti decorativi stampati su carta molto sottile, precedentemente ritagliata e colorata. Quindi si procedeva ad uniformare la superficie del mobile con resina sandracca per aumentare ed uniformare lo spessore. Dorature in oro zecchino o applicazioni in vetro di Murano completavano invece i mobili più ricchi

Restauro e laccatura di una balaustra in legno

La balaustra in fase di pulitura le sovrapposizioni di smalti sono ben aderenti allo strato pittorico originale e prevedeno una cauta ed attenta nettatura
Paticolare durante la fase di pulitura
Consolidamento ed incollaggio
Particolare durante la fase di stuccatura delle cadute di superficie dipinta
La balaustra a fine restauro, è stata svelata la cromia originale, la finitura del manufatto è stata eseguita con cera microcristallina
La balaustra a restauro ultimato

Restauro di una specchiera dorata e laccata

La specchiera si presenta annerita da depositi di polveri e nerofumo, diverse parti intagliate si presentano distaccate inoltre sono presenti diffuse perdite di pellicola pittorica
Particolare durante il restauro, in primo piano le parti interessate da cadute di colore sono state stuccate con gesso e colla
La specchiera a fine restauro. Ultimate le integrazioni cromatiche della laccatura mancante la specchiera è stata finita con cera microcristallina poi lucidata.

"Cristo Morto“ in terracotta Chiesa di S.Croce di Carpi

"Cristo Morto“ in terracotta Chiesa di S.Croce di Carpi

stato di conservazione prima del restauro: evidente la patina grigia di depositi di polvere
particolare della pulitura effettuata con tampone di cotone e tensioattivi in soluzione
dopo la pulitura in fase di ritocco pittorico
volto prima della pulitura
volto in fase di ritocco